giovedì 28 luglio 2016

Recensione: 'Sulla strada' di Jack Kerouac


Buonasera, lettori!

Eccomi di nuovo qui, dopo taaaaaantooo tempo, a parlarvi della mia ultima lettura: 'Sulla strada' di Jack Kerouac.



TITOLO: Sulla strada
AUTORE: Jack Kerouac
EDITORE: Mondadori
ISBN: 9788804668282
FORMATO: Brossura
PREZZO: € 14,00

TRAMA: Sal Paradise, un giovane newyorkese con ambizioni letterarie, incontra Dean Moriarty, un ragazzo dell'Ovest. Uscito dal riformatorio, Dean comincia a girovagare sfidando le regole della vita borghese, sempre alla ricerca di esperienze intense. Dean decide di ripartire per l'Ovest e Sal lo raggiunge; è il primo di una serie di viaggi che imprimono una dimensione nuova alla vita di Sal. La fuga continua di Dean ha in sé una caratteristica eroica, Sal non può fare a meno di ammirarlo, anche quando febbricitante, a Città del Messico, viene abbandonato dall'amico, che torna negli Stati Uniti.

Vi avviso già: questa sarà una recensione stroncante. La motivazione è principalmente una: questo libro, per me, è stato LA NOIA.



Praticamente è questa la faccia che ha accompagnato TUTTA la lettura che è durata la bellezza di 18 giorni.

Insomma c'è questo tizio, Sal, che non si capisce esattamente perché decide di seguire questo Dean in viaggio su e giù per l'America. E non una singola volta! Ma più volte (credo fossero almeno quattro ma non ne sono sicura. Ho già rimosso gran parte del libro)! E la cosa peggiore è che io non ho trovato né capo né coda in questa serie di viaggi. Viaggi tutti uguali, fatti di autostop, di furti, di rapporti occasionali e di baldoria. E non sono riuscita a provare empatia per uno solo di questi personaggi. Né per Sal, né per Dean (lui poi... no comment), né per nessun altro dei personaggi (maschili o femminili) che si avvicendano nell'arco di queste 389 pagine.
Per non parlare di questa vena poetica che Kerouac vuole infilare PER FORZA in tutto il racconto. Poesia che io non ci vedo e che mi ha fatto più volte 'alzare gli occhi'. Per farvi un esempio, vi riporterò un brano:

Che cos'è il Missisipi?... una zolla portata via dall'acqua nella notte piovosa, tonfi sordi dalle rive scoscese del Missouri, un dissolversi, uno scorrere della marea giù nell'eterno letto del fiume, un donare alle brune schiume, un viaggio attraverso vallate e alberi e dighe senza fine, giù giù, sempre più giù, per Memphis, Greenville, Eudora, Vicksburg, Natchez, Port Alien, e Port Orleans e Port of the Deltas, per Potash, Venice, e il Gran Golfo della Notte, e fuori.
Questo spezzone è, a mio parere, l'emblema dell'inutilità di questo libro. Questo volerci mettere per forza la poesia in un inutile viaggio che per me è solo un modo di quattro fannulloni per sfuggire a quella che sarebbe una vita normale ed equilibrata. Nei protagonisti io ci vedo solo dei buoni a nulla, capaci solo di far baldoria, che vogliono tutto ma senza dare niente. Inizialmente, parlando di giovani, si potrebbe anche capire questo modo di fare. Ma, andando avanti nella lettura, questo atteggiamento è altamente snervante. Persone totalmente irresponsabili, snervanti ed inutili.

Ho avuto più volte la voglia di mollare questo libro, di abbandonarne la lettura (per non parlare delle volte in cui l'avrei fatto volentieri volare dalla finestra) ma ho resistito perché volevo una visione totale. E sono stati i 18 giorni peggio spesi nella mia vita da lettrice. Quasi peggio di Fabio Volo (almeno lui è volato in un paio di giorni!).

Insomma, so di andare probabilmente contro corrente, ma per me questo libro è un NO grande quanto un grattacielo newyorkese (giusto per rimanere geograficamente in tema).

Per chi fosse interessato, esiste anche un film. Si tratta di On the road, uscito nel 2012 e diretto da Walter Salles con Garret Hedlund e Sam Riley. Io non ho avuto il coraggio di vederlo ma se qualcuno di voi l'ha fatto o lo farà mi faccia sapere com'è e cosa ne pensa.

VOTO: 1/5

Bene! Adesso posso tornare alle mie amate letture e vedere di terminare la mia Book Challenge. Tra l'altro questo libro non ho potuto nemmeno inserirlo perché tutte le categorie per cui sarebbe potuto andare bene le avevo già fatte. Quando si dice 'la fortuna'.

Alla prossima!



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